A passeggio fra i vitigni autoctoni più rari della Campania
di Caterina Valbonesi
È questo il nome pittoresco scelto per la serata svoltasi venerdì 20 ottobre, che ben rappresenta lo scopo. Far conoscere a tutti, la poliedricità vitivinicola di una regione a noi lontana, geograficamente parlando, ma più vicina di quanto pensiamo. Ma che cos’hanno in comune la Romagna e la Campania? Tante caratteristiche “umane”: la voglia di stare insieme, di condividere. Ballare, cantare e bere!
Un evento progettato e realizzato grazie alla Dirigente Scolastica Mariella Pieri e tenutosi presso un complesso storico monumentale, l’Istituto Alberghiero “Pellegrino Artusi” a Forlimpopoli.
Ma la Campania condivide con la Romagna anche un’altra cosa. È una terra dalla bellezza leggendaria. E chi, se non un Campano DOC poteva raccontarcela magistralmente? Luca Matarazzo, sommelier, degustatore e relatore A.I.S. Campania, nonché giornalista e grande comunicatore del vino. Luca è una nostra cara conoscenza, lo ricorderete senz’altro tutti in quanto vincitore del Master Albana 2022.
L’idea è nata proprio ascoltando Luca nel suo nuovo incarico di ambasciatore dell’Albana. La sua grinta nell’esporla, il modo di raccontare il nostro vitigno autoctono, non era sintomo unicamente di tanto studio, ma lasciava trasparire un amore puro per la terra di Romagna.
Se un Campano riesce a trasmettere questo sentimento per un vitigno Romagnolo, chissà cosa avrebbe potuto significare poter portare qui la sua terra ed i suoi vini (che ahinoi, difficilmente troviamo) e farci così vivere un viaggio enogastronomico in Campania.
E così è stato.
La sala era gremita: oltre 100 i presenti. Occhi spalancati e attenzione massima alle parole di Luca, che ci ha veramente portato a spasso fra vigne, cantine e calici. Ogni sfumatura accompagna le foto di quel territorio “felix” di vitigni rari, di luoghi e racconti fatti di vite di vignaioli. Un passato da riscoprire per rendere di nuovo protagonisti quei vitigni che rischiano di essere dimenticati ma che in realtà hanno tanto da raccontare.
Ma non solo vino. La proposta includeva un menù composto interamente da piatti della tradizione Campana, studiati, elaborati e serviti proprio dagli studenti dell’Istituto Alberghiero (sotto l’occhio vigile e attento dei professori).
“Frijenno Magnanno” (il nome Campano per lo street food), Paccheri e Baccalà, il Ragù Napoletano con la sua parmigiana, Trittico di formaggi stagionati Campani con confetture, Sorbetto ai friarielli.
Vini in degustazione:
• Trentapioli – Asprinio D’Aversa DOC – Salvatore Martusciello – Spumante Brut
Vigneti ad alberata. Una pratica antica, che vede la vite crescere arrampicata ad alberi di pioppo. Per la vendemmia si utilizzano scale lunghe 15 metri con 30 pioli.
Toni olfattivi di pera abate, papaia, fiori di nespolo giapponese e una parte agrumata che ricorda il pompelmo, ci portano a una bevuta che possiamo definire “energica acidità”.
• Furore Bianco – Costa D’Amalfi DOC – Marisa Cuomo
Falanghina e Biancolella. Viticoltura eroica, fazzoletti di terra rubati alla roccia, vigneti di oltre 80 anni. Suolo composto da rocce dolomitico-calcaree, dove il sistema di allevamento a pergola o raggiera atipica è su pareti rocciose verticali.
Alla vista il dorato lascia ancora note verdoline, cristallino, apre con ricordi di frutta mediterranea, pesca bianca, albicocca e si esprime con pienezza. In bocca un rimando alla frutta percepita al naso, con una freschezza che allunga il sorso.
• Katà – Catalanesca del Monte Somma IGP – Cantine Olivella
Siamo nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, zona dal suolo vulcanico a piede franco. Un vitigno ed una storia d’amore che ci portano fino a Re Alfonso D’Aragona .
Sorprendono la luce ed il colore, oro zecchino. Intenso intreccio di note olfattive, albicocca, ananas, camomilla, ginestra, erbe aromatiche, timo, origano e pimpinella.
La morbidezza avvolge il palato con un lungo ritorno di frutta e una scia minerale.
• Bianco di Bellona – Irpinia DOC Coda di Volpe – Tenuta Cavalier Pepe
Siamo in Irpinia, precisamente a Sant’Angelo All’esca, circa a 400 m.s.l.m., con terreni argillosi, sabbiosi, e abbondanti in elementi vulcanici.
Il vino si presenta giallo paglierino con un alto potere rifrangente. Olfazione di frutta gialla, pesca, menta selvatica e rosmarino, cedro e ananas candito. Al palato stupisce per la marcata freschezza lasciando un buon equilibrio gustativo.
• Quercus – Colli di Salerno IGP – Tenuta Macellaro
Siamo in zona Cilento.
Calice color rubino e riflessi purpurei. Conquista e ammalia l’olfatto, porta con sé note di marasca, more di gelso, more di rovo, ribes, spezie dolci, cannella, macis e un delicato tocco di violetta. Si conferma altrettanto elegante al palato con tannini che accarezzano dolcemente. Equilibrato, di notevole struttura senza essere pesante. Chiude con una nota ammandorlata che invita a un nuovo assaggio.
• Borgo di Gete – Colli di Salerno IGP – Azienda Agricola Reale
Ci troviamo nella cornice dei Monti Lattari, a ridosso della costiera a 500 m.s.l.m, nella zona boschiva nel comune di Tremonti, dove i terreni sono di matrice franco-argillosa e origine vulcanica. I vigneti più antichi a piede franco, con viti ultrasecolari.
Il vino si veste di rosso rubino con nuance violacee. Trama fitta, si presenta all’olfatto con note di spezie, tostatura. Nella scia porta al pepe nero, caffè, corteccia e confettura di more. Esplosione al sorso: acidità e tannini si rinforzano, complice la marcata sapidità, L’equilibrio non è il suo punto forte, vuoi per gioventù, vuoi per il carattere esuberante. Ottimo l’abbinamento con il ragù napoletano.
• Pietre di Tramonti – Costa D’Amalfi DOC – Ettore Sammarco
Terrazzamenti a merletti a picco sul mare, larghi non più di 5 metri, espropriati alla roccia mediante la costruzione di muri a secco. Un terreno argilloso-vulcanico, con gole di torrenti che portano al mare.
Il colore del rubino con riflessi di luce già ci porta a quella frutta matura di bosco, la roccia e il mare. All’ultimo calice con questa riserva siamo a spasso in un territorio dove il racconto incontra i sensi tattili.
Un grande ringraziamento va ad Andrea Ferraioli per aver reso possibile degustare queste prelibatezze ed essersi fatto da collante fra i produttori: Marisa Cuomo Furore, Ciro Giordano, Ciro Macellaro, Salvatore Martuscello, Milena Pepe, Luigi Reale, Bartolo Sammarco. È un ringraziamento a Luca Matarazzo per questa finestra sulla quale, per una serata, ci ha fatto affacciare su nuove emozioni enologiche.
Il ricavato della serata è stato destinato all’ampliamento dell’offerta formativa della scuola: un pensiero al nostro futuro.