di Giovanni Solaroli
Cari associati e lettori di varia estrazione professionale, state per addentrarvi in una nuova rubrica che il Consiglio AIS Romagna ha accettato di affidarmi.
L’idea è quella di farvi alzare lo sguardo dalle solite notizie e degustazioni che la routine quotidiana vi impone e di segnalarvi cosa succede nel mondo del vino, inteso nella sua accezione planetaria. Questo per meglio prepararvi quando si potrà riprendere a viaggiare e a degustare in pubblico.
A questo punto inserisco il solito frasario di circostanza: “…la pandemia e le restrizioni ci impediscono di viaggiare e di fare degustazioni assieme, di scambiarci impressioni, e pareri o anche solo di condividere esperienze di viaggio nei luoghi del vino che amiamo tanto…” Tutto vero, purtroppo, ma queste restrizioni non ci devono impedire di restare informati, di conoscere cosa accade al di fuori del nostro orticello.
E di cose ne accadono parecchie; ecco quindi la ragione di questa rubrica che a ogni appuntamento (non abbiamo ancora un piano editoriale preciso, ma assieme al comitato di redazione ci stiamo lavorando) vi proporrà una selezione di fatti e articoli che riguarderanno tutti i paesi del mondo che producono vino, ma anche di come la stampa estera vede i nostri vini.
Riteniamo sia importante, per comunicare con un linguaggio sempre più moderno e internazionale i nostri vini, avere sott’occhio anche il punto di vista degli stranieri e di come i nostri vini vengono visti e valutati.
Come già certamente sapete, la stampa estera che parla di vino è molto più ampia, articolata e direi anche professionale di quella italica che oramai non ha più riviste di livello, fatta eccezione per Vitae che riceviamo inclusa nella tessera annuale. A proposito, ricordatevi di rinnovarla…
Segnaleremo inoltre cosa accade nei blog più seguiti e di novità editoriali, sempre avendo come riferimento i temi del cibo e del vino.
Bene, allora per iniziare eccovi un paio di segnalazioni:
WINE SPECTATOR
ROBERT CAMUTO, sul numero del 23 novembre ci offre il suo punto di vista e un approfondimento sul Ruchè che definisce così: “Un rosso accattivante e conveniente che sta ritornando dopo aver rischiato l’estinzione. La zona del Ruchè sono le dolci colline del Monferrato, nei sette paesi intorno a Castagnole Monferrato, a circa 30 miglia a nord-est della più famosa denominazione di Nebbiolo del Piemonte, il Barolo. Queste due località vinicole sembrano gemelle, anche se le varie colline marnose del Monferrato hanno un’altitudine inferiore. E le uve da vino sono molto diverse. Molti definiscono i loro vini unici, ma il Ruchè del Monferrato è davvero singolare, grazie al tocco aromatico al naso, piuttosto raro nei vini rossi.” A fine ottobre, una degustazione con 20 produttori di Ruchè del Monferrato organizzata dal Presidente dell’associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato docg ha stupito il nostro Robert Camuto che ha sentenziato: “Quando lo annusi alla cieca, non puoi dire se è rosso o bianco, poi dopo due anni in bottiglia perde i suoi aromi e diventa più complesso.”
LA REVUE DU VIN DE FRANCE
Nell’intervista rilasciata da Maxime Toubart, Presidente del Sindacato viticoltori della Champagne alla redazione de La Revue, si fa la stima dei danni da pandemia alle vendite di Champagne, diminuite nel 2020 del 18%, con “solo” 245 milioni di bottiglie. Una crisi affrontata alla meno peggio, limitando la produzione. Dello stesso avviso Jean-Marie Barillère, Presidente dell’unione delle Case di Champagne. In 50 anni, prosegue Toubart, questa è la prima crisi in cui l’export, meno 16%, ha fatto meglio del mercato interno, meno 20%, con una perdita complessiva di fatturato di un miliardo di euro.
Sempre su La Revue, un’interessante proposta di abbinamento di vino dolci con antipasti freddi, naturalmente con vini francesi, ma noi potremo dilettarci attingendo al grande patrimonio dei vini nostrani e provare se gli abbinamenti funzionano.
Alla prossima!
Giovanni Solaroli