I piatti sotto l’Albero
di corpo docente AIS Romagna
Quando la tavola diventa un racconto, quando ogni portata sussurra tradizione e passione, ecco che i piatti delle feste si trasformano in un viaggio sensoriale. I relatori di AIS Romagna hanno selezionato per voi una collezione di proposte gastronomiche che non sono solo cibo, ma vere e proprie esperienze da condividere, abbinate con maestria ai vini che meglio ne esaltano l’essenza.
Cristiano Morini
- Zuppa imperiale in brodo di pollo saporito abbinato al Thea Bianco di Tremonti: un piatto che mi ricorda l’infanzia e i pranzi natalizi in famiglia insieme agli adorati nonni.
- Polpo scottato con erbe di crescione su purea di patate dolci abbinato a Porto white colheita 2005 di Kopke. Avete letto bene, pare sia un abbinamento ‘complicato’ ed invece nelle prove si rivelò straordinario, tanto da proporvelo.
Roberto Gardini
- Il piatto del ricordo per me è: tagliatelle e porcini, una proposta di tradizione di terra che richiede un albana, Il Frangipane 2023 di Tenuta La Viola.
- Fuori dai confini regionali, sceglierei un Carrè d’ agnello con salsa bordolese aromatizzata al timo, con Pauillac Chateau Linch-Bages 5 cru classè 2016. Emozione immediata goliardica con finale balsamico…
pietro vicchi
- Un ricordo d’infanzia che mi porto nel cuore: Tortelli alla lastra dell’Alta Valle del Savio, ottenuti con un impasto di farina e acqua di cottura dei vegetali per la farcia. Patate lesse o in inverno zucca, battuto di lardo con un pò di aglio e parmigiano a farcire, chiusura salda e quindi rigorosa cottura sulla lastra. Li gusto con piacere insieme al Famous Romagna DOC Famoso Mercato Saraceno di Tenuta Santa Lucia
- Ricordo di una cena, anzi… di due cene, al Baud et Millet di Bordeaux nel 2007 e nel 2009 quando andai a lavorare alla Fiera Mondiale del Vino. Piatto di formaggi “Assiette de Fromages” affinati nella grotta del ristorante, abbinati al riesling alsaziano Heimbourg, annata 2005 del Domaine Zind Humbrecht.
Alessandro Carloni
- I cappelletti, nelle case romagnole, non sono solo un piatto ma il rito di un’attesa: mani che impastano tradizione, il profumo del brodo che avvolge la casa e prepara al momento della festa. Il Romagna Doc Sangiovese Superiore 138 di Tenuta Masselina nel suo rosso vivace, con il suo bouquet inebriante e la sua tessitura succosa, arriva come una presenza sicura, intensa ma discreta. Insieme, evocano il calore e la tranquillità di una famiglia riunita, quando fuori il mondo è caotico, veloce. Dentro ogni cappelletto trovi un abbraccio e, in ogni sorso di vino, un invito a restare con un sorriso.
- I noodles agli arachidi, latte di cocco e spinacini sono un viaggio inaspettato: un intreccio di sapori, talvolta travolgenti, che ti avvolgono come il caos ordinato di metropoli lontane. L’Aoc Bourgogne Chardonnay del Domaine Faiveley non entra in punta di piedi, ma con un’eleganza decisa, portando proporzione e armonia. Insieme piatto e vino sono l’incontro perfetto come quello tra due vecchi amici, rivisti per caso, in un luogo distante e straniero, condividendo una cena e un frammento di vita, prima di riprendere strade diverse.
Bruno Piccioni
- Le minestre dimenticate, ottenute con sola farina bianca e acqua come I big-le, una pasta arrotolata tra le mani lunga 10 cm circa (come gli strozzapreti ma non incavati) e i maranfig-le, con scorza di limone o cannella e sfoglia più sottile, mai oltre i 2 mm, una sorta di pappardelle che nuovamente tagliate in modo trasversale formano delle losanghe, ottime con il sugo di fagioli. L’abbinamento con il vino è quasi obbligato, il Dimenticato di Franco Galli, ottenuto da un’antica varietà locale, la vernaccina riminese, vinificata in cemento, per esaltare la sua poliedricità gustativa.
- Tempo fa sono stato invitato a Monaco di Baviera. La prima colazione qui che comprende di tutto, ma principalmente i weisswurst (una specie di salsicce bianche) bolliti e grigliati, serviti con senape dolce, cetrioli e brezel, il tipico pane locale appena sfornato da imburrare e cetrioli. Mi proposero in abbinamento il loro caffè che bonariamente rifiutai e richiesi di sostituire con un vino. Mi offrirono un Riesling della Mosella amabile, eccezionale, di elevata morbidezza e perfetto per tutti quegli abbinamenti, che godono di forti contrasti.
ilaria di nunzio
- Il mio Natale ha il sapore delle tartine al salmone. Mamma lavorava le baffe da fresche, con tanti aromi e stendeva i carpacci sui crostini imburrati, se lo Spirito del Natale Passato mi riportasse indietro potrei abbinare, oggi da adulta, un calice di Blanc de Blanc Pas Dosè di Fattoria Monticino Rosso.
- Sotto il mio albero vorrei sempre poter trovare delle bollicine, magari il Vintage Brut Rosè 2014 di Pol Roger, azienda per me molto significativa e che ritrovo sempre volentieri nella flute, magari con frittelle di baccalà e cardi fritti nel piatto.
Giancarlo Mondini
- Fra i tanti ricordi meritevoli non posso che mettere sul podio una persona per me importante nei primi anni di Presidente AIS: Stefano Ferrucci. Oltre che un amico era persona squisita, collaborativa in cui riporre totale fiducia, sempre pronto ad appoggiarmi su ogni progetto da realizzare. Si deve a lui il sostegno e la nascita della Guida ai vini, allora “Romagna da Bere”. Il piatto che lui adorava, “Petto d’anatra marinato” con salsa di ciliegie e riduzione di Domus Caia” Stesso vino in abbinamento. Il piatto lo posso ancora fare, ma Stefano purtroppo non c’è più.
- Che adori dolci e cioccolato è risaputo, nel mio girovagare ho degustato, provato, sperimentato tante realtà di cui conservo bellissime emozioni. Fra le tante metto gli Amaretti di Sardegna, fatti con mandorle dolci e una parte di amare, zucchero, albume d’uovo e scorza di limone. Semplici ma gustosissimi. L’abbinamento più tradizionale in assoluto è con la Vernaccia di Oristano Doc Flor di Contini dell’annata 1945. Nonostante il millesimo un vino dal potenziale evolutivo infinito, in grado di farvi meditare, meditare, meditare…
Giovanni Solaroli
- Non c’è piatto che io desideri di più di quello dell’infanzia, ma gli ingredienti non si trovano più. Non ci sono più le mani che impastavano l’acqua e la farina, ma ugualmente si può celebrare il Natale con piatti semplici che ci ricordino cosa sia il vero lusso: la famiglia. Dunque Cappelletti con brodo di gallina abbinati con il Romagna Trebbiano doc di Gallegati
- Ma l’infanzia è anche l’età dei sogni e ho sempre voluto andare in Australia, viaggio che poi ho fatto e ho apprezzato la Coda di Manzo (Braised Oxtail) facile da preparare. Abbinata al Barossa Shiraz Eight Songs di Peter Lehmann.