
Italian Pils, la rivoluzione tricolore
Fin dalla sua fondazione il Birrificio Italiano è stato un attore chiave nella nascita e ascesa del movimento birrario artigianale italiano. La Tipopils, in particolare, può essere considerata la birra capostipite di una vera e propria rivoluzione. Agostino Arioli, birraio e fondatore del Birrificio Italiano, iniziò a sviluppare la sua idea di pils all’italiana nella seconda metà degli anni Novanta partendo da una delle sue birre preferite dell’epoca: Jever Pils. Da subito l’intenzione del birraio fu però quella di adottare un approccio personale e creativo. Grazie ai molti anni da brassatore casalingo e ad una formazione tecnica acquisita anche in terra teutonica, Agostino Arioli ebbe e sviluppò un’intuizione che si rivelò vincente. Non fu un processo immediato, ma avvenne qualche mese dopo la prima cotta della Tipopils, al termine di una vacanza in Inghilterra: mutuare la tecnica del dry hopping (luppolatura a freddo) dal mondo anglosassone applicandola a una produzione che occhieggiava invece al mondo tedesco.
Un dry hopping “nobile” con luppoli di stampo teutonico, con l’obiettivo di esaltare il carattere aromatico erbaceo e speziato; questo rese la birra elegante ed estremamente bevibile con il corredo di un profilo sensoriale più definito e più pronunciato rispetto alle tradizionali Pils tedesche.
Negli anni, grazie al successo della Tipopils, questa tipologia di birre ha guadagnato popolarità non solo in Italia, ma anche all’estero; in particolare negli Stati Uniti dove ad oggi si trovano numerosi esemplari. Molti birrifici americani hanno infatti iniziato a produrre la propria idea di Italian Pils, accompagnando spesso in etichetta un nome di stampo italiano. Parte del successo si deve anche al primo “clone”: la Pivo Pils del birrificio Firestone Walker, creata nel 2013 come omaggio dichiarato alla Tipopils.
La grande diffusione dell’Italian Pils si può ricondurre ad una natura all’apparenza semplice dello stile; facile da bere, ma al tempo stesso entusiasmante ed appagante sia per i nuovi bevitori artigianali che per gli esperti. Una birra che offre equilibrio ed eleganza regalando in aggiunta aromi intriganti che attraggono gli amanti del luppolo, grazie ad una delicata complessità che vira dall’agrumato all’erbaceo, dal floreale al lieve speziato.
Il culmine del riconoscimento internazionale è arrivato in tempi più recenti con l’inclusione ufficiale dello stile Italian-Style Pilsener nelle linee guida della Brewers Association, a fine 2024. Un traguardo significativo per tutto il movimento brassicolo italiano; anche la World Beer Cup, concorso di riferimento mondiale, ha una categoria dedicata a questo nuovo stile. Nel primo podio dello scorso maggio, tutto a stelle e strisce, il bronzo è andato proprio alla Pivo Pils di Firestone Walker.
Il consiglio è di non perdere i molti eventi celebrativi, come il Tipopils Day che viene ospitato ad inizio primavera in moltissimi locali in tutto lo Stivale, oppure il Pils Pride, festival organizzato dal Birrificio Italiano nel mese di aprile e che riunisce molte tra le migliori Pilsner da tutto il mondo. Nel 2026 il festival celebrerà la sua ventesima edizione
