Cagnina Romagna DOC Dolce "Dolceviola" 2020
– A cura del sommelier degustatore Vitaliano Marchi
Ogni romagnolo, in particolare quelli con qualche capello grigio in testa, al nominare la Cagnina farà immediatamente un tuffo nel passato, ricordando un camino acceso, i bambini che giocavano e la partita a carte degli adulti. La Cagnina era un vino che accompagnava le serate autunnali in compagnia e piaceva a tutti con la sua dolcezza e la leggera effervescenza. Ideale con le caldarroste, spesso sbucciate e letteralmente tuffate nel bicchiere assieme al vino, cosa che oggi farebbe rabbrividire qualsiasi sommelier ma che faceva parte di un’usanza comune e consolidata alla quale nessuno si sottraeva, che comprendeva nella stessa sorte ciambellone, biscotti e a volte anche il pane.
Le origini del vitigno sono molto antiche e risalgono ai Bizantini, che per costruire gran parte dei monumenti di Ravenna, utilizzarono la pietra d’Istria scavata nelle cave di quella regione. Assieme alla pietra arrivarono gli abilissimi scalpellini che la lavorarono e con loro anche le prime piante di refosco, che se nel Carso dà ancora oggi origine al vino Terrano, da noi diede origine alla Cagnina. Leggenda vuole che l’origine del nome derivi dalla particolare acidità del vino, che “pizzica” il palato come se desse piccoli morsi, da cui appunto Cagnina.
L’Azienda
Tenuta Amalia è entrata a far parte dal 1988 del gruppo cooperativo Cantina di Cesena, contribuendo con i propri vini a una maggiore valorizzazione delle tradizioni enologiche romagnole.
Etichetta & degustazione
Vinificato in acciaio, la Cagnina è il primo vino a essere messo in commercio a pochi mesi dalla vendemmia e normalmente viene consumato nell’arco di un’annata.
Si presenta rosso rubino intenso con importanti riflessi violacei e una leggera schiuma data dall’effervescenza. I profumi ricordano la vendemmia e l’uva matura per la loro vinosità, lievi note di ciliegia, melagrana, ribes e lampone ne completano il quadro olfattivo. La dolcezza all’assaggio viene subito bilanciata da una freschezza decisa, che assieme alla leggera effervescenza sostiene il sorso e ragala grande bevibilità.
L’abbinamento
Confermando il tradizionalissimo abbinamento con le castagne arrosto, vanno sicuramente considerati gran parte dei dolci romagnoli, come un ciambellone o zuccherini ricoperti di granellla di zucchero. Da non sottovalutare infine l’abbinamento con formaggi a pasta molle come squacquerone e raviggiolo. Un piadina con lo squacquerone e un bicchiere di Cagnina potrebbero sorprendere per piacevolezza e golosità.